Nel 1992 giravo con un vecchio pick-up americano V8 5200cc. Ero lontano dal pensare ad una città senza auto.
Avevo messo l’impianto GPL, non per inquinare meno, solo per avere costi d’uso accettabili.
Oggi non ho l’auto ed ho solo splendide biciclette, ma non perché non mi piaccia la meccanica delle auto, ferme od al museo possono essere dei capolavori dell’ingegno umano, un po’ come le armi…

Un tweet di un amico inglese mi fa riscoprire un politico italiano ora scomparso. Mi è sempre piaciuto ma non lo conoscevo bene, ingannato com’ero da falsi mercanti.
Quello qui sotto è un comunicato stampa della Commissione Europea del 1992.
In seguito all’annuncio di questo piano il “nostro” Commissario Europeo per l’Ambiente fu sostituito anticipatamente e senza clamore…

Ho mascherato il nome, lo trovate in fondo all’articolo, vediamo se indovinate chi era.

Sono passati quasi 30 anni!

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Comunicato stampa 17 giugno 1992

PRESENTAZIONE DEL PROGRAMMA DI RICERCA ‘CITTA’ SENZA AUTO’ DA PARTE DEL COMMISSARIO PER L’AMBIENTE Xx Xx

IP/92/484


Lo sviluppo della motorizzazione di massa ha messo in crisi il rapporto AUTO-CITTA`. Nelle città europee l’auto è il mezzo di trasporto che consuma, più di ogni altro, una risorsa sempre più preziosa : lo spazio.

Ma l’auto, oltre ad essere, un mezzo spazialmente inefficiente è anche un mezzo ambientalmente inefficiente, come dimostra l’inquinamento acustico, atmosferico e visivo alle aree urbane.

La diffusione di massa dell’auto è inoltre responsabile dell’ “URBAN SPAWL” avendo reso possibile l’allontanamento delle zone residenziali in aree sempre più remote rispetto al Centro città, generando quartieri dormitorio privi di qualità urbana, di complessita sociale, e di occasioni di scambio interpersonale.

Partendo da queste constatazioni il Commissario Xx Xx ha promosso la ricerca “CITTA` SENZA AUTO” alla cui base c’è la domanda seguente : è possibile e fin dove è possibile immaginare una città che funzioni meglio di quelle che conosciamo, ricorrendo a mezzi alternativi di trasporto rispetto all’auto privata?

La risposta data dalla ricerca è positiva, anche in termini puramente finanziari: la città senza auto costa da 2 a 5 volte di meno, (i costi variando in funzione della densità delle città).

Passare da una città con auto ad una città senza, pone, nella realtà, una necessità di avvicinamento graduale all’obbiettivo, agendo contemporaneamente su due livelli:

  • da un lato sulla città, favorendo la mescolanza di funzioni rendendo accessibili e prossimi i servizi alla residenza, facendo della mobilità una scelta e non una necessità;
  • dall’altra sui trasporti collettivi rendendoli più efficaci e competitivi, e sperimentando mezzi di trasporto alternativi (tapis roulants, scale mobili, etc…).

Lo studio dimostra la necessità di cominciare a progettare e sperimentare in una prospettiva opposta a quella fin qui seguita, e cioè quella di adattare la città all’auto, pensando piuttosto a come adattare un nuovo sistema di trasporto alla città.

Il modello di città senz’auto che si delinea nello studio è un modello di città in cui la mobilità è pedonale per le distanze brevi e affidata ai mezzi di trasporto collettivo (che dovranno essere trasformati e migliorati) per le distanze più lunghe. Per compiere questa svolta occorre ripensare le città non soltanto in termini di pianificazione del territorio e dei trasporti, ma è necessario fare uno sforzo particolare per persuadere le grandi case automobilistiche ad organizzare una riflessione strategica e una conseguente riqualificazione delle loro attività e delle loro produzioni.

I responsabili delle imprese private dovranno essere associati alla gestione dei servizi pubblici di trasporto in modo da responsabilizzarli al nuovo modello e mobilizzarli per estendere al trasporto pubblico la qualità è l’efficienza del trasporto privato.
La Commissione esecutiva sta cercando di fare avanzare questo punto di vista sul terreno concreto della sperimentazione.

Molte città si sono candidate, da Amsterdam ad Aosta, da Napoli a Bath; l’idea è quella di costituire un club di città senza auto per mettere in comune idee, proposte, ricerca, progettualità. Si sta studiando un “indice” di qualità della mobilità o, per meglio dire una interazione città-mobilità che possa essere calcolato in modo oggettivo e consentire di definire i criteri per l’ammissione al club. Accanto a questo, si sta valutando la possibilità di finanziare con il fondo LIFE, non appena questo sarà operativo, uno o più di questi progetti pilota, basati sulla progressiva eliminazione del traffico privato dal centro città.

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Il politico italiano era Carlo RIPA di MEANA, mi dispiace solo che abbia dimenticato di citare la bicicletta come soluzione principale ad una mobilità efficiente.

Chi continua la sua opera?